Silvio Crespi subentra al padre nella gestione dell’attività
1889
Silvio Benigno Crespi affianca come procurato generale il padre Cristoforo nel governo del cotonificio, dove spende le competenze tecniche allenate lungo i viaggi che ha compiuto in Francia, Germania e Inghilterra subito dopo la laurea in Legge conseguita a Pavia.
In rinnovato dialogo coi progettisti Ernesto Pirovano e Pietro Brunati, il villaggio operaio conquista così il suo assetto definitivo.
La strada principale apre l’abitato in due ali. Ad Ovest, lungo l’Adda, si allunga la corsa dei capannoni cui il primogenito Crespi aggiunge un reparto di tessitura per manufatti fini (1890) e quello di tintoria e finissaggio (1900) affidato allo scapestrato fratello Daniele.
A Est i villini bifamiliari contornati d’orto succedono alla prima soluzione abitativa pensata per le maestranze: i tre palazzotti il cui modello riesce ormai sorpassato.
Al centro un’isola di servizi che dal dopolavoro «Liberi e Forti» ai bagni pubblici, sfiora un lavatoio servito d’acqua calda, parrocchia, scuole e ambulatorio.
«Ultimata la giornata di lavoro, l’operaio deve rientrare con piacere sotto il suo tetto – scrive Silvio Crespi, poi senatore del Regno – curi dunque l’imprenditore ch’egli vi si trovi comodo, tranquillo ed in pace».