Il velocipede arriva a Crespi d’Adda
Alla fine del 1800 i costruttori di velocipedi sentirono la pressione di un pubblico sempre più esigente, che chiedeva un mezzo elegante ma soprattutto veloce.
Con l’obiettivo di rendere più veloce il velocipede, i costruttori decisero così di aumentare le dimensioni della ruota anteriore in modo da coprire una distanza maggiore ad ogni giro di pedali.
Fu così che nel 1868 nacque il Biciclo, dotato di telaio e pedali in legno, di una ruota anteriore con diametro tra i 90 e i 150 cm e di una ruota posteriore dalle dimensioni estremamente ridotte.
In alcuni casi la ruota anteriore raggiunse anche i due metri di diametro con il guidatore seduto ad un’altezza vertiginosa.
La guida di questo veicolo era così complessa e difficile oltre che pericolosa da giustificare la nascita delle prime scuole guida.
Ben presto il legno venne sostituito il ferro: alla fine del 1868 il meccanico tedesco Meyer, residente a Parigi, ricorse per primo all’impiego di tubi in ferro per costruire il telaio del moderno.
Poco dopo Jean Suriray di Melun inserì cuscinetti a sfere (brevettati nel 1861 negli Stati Uniti) nei mozzi delle ruote e nei pedali e costruì la prima sella in cuoio.
La prima Esposizione Mondiale del Velocipede venne organizzata a Parigi nel 1869, con ben 19 espositori.
A Crespi d’Adda il biciclo arrivò molto più tardi, quando ormai divenne bicicletta.
All’interno del centro sportivo del villaggio, la cosiddetta Pista, il Crespi installò un velodromo ove operai ed impiegati avrebbero potuto esercitarsi nelle ore libere.
Foto: Archivio Storico Crespi d’Adda Legler