Villaggio Leumann: una città dentro la città
Cenni storici e insediamento
Il progetto originario di Napoleone Leumann (di origini svizzere) era la creazione di un nuovo modello di “città- giardino” nell’area di Collegno (Torino), sul modello della cittadina dei signori Menier di Noisel (insediamento industriale, di circa 30 ettari di superficie, ubicato a ridosso del fiume Marna, nelle immediate vicinanze di Parigi).
Il villaggio, che ora risulta una borgata inserita nella vasta città di Torino, accoglieva 400 famiglie per un totale di
circa 1500 persone.
Cuore del paese è l’opificio tessile (72.000 mq di superficie con planimetria triangolare), ai lati del quale vennero successivamente creati due comprensori, Est e Ovest, che ospitavano edifici residenziali e alcuni destinati ai servizi.17 Immediatamente l’attenzione del visitatore è attirata dalle decorazioni in stile Liberty dall’architettura vernacolare svizzera.
Lo stabilimento è composto da una serie di spazi ben definiti, ad ognuno dei quali corrispondeva una fase della lavorazione, tra i quali oggi è possibile individuare:
- reparto tessitura (su Corso Francia): all’interno di esso, la disposizione modulare delle colonne portanti avrebbe facilmente permesso di integrare all’edificio esistente successivi possibili ampliamenti. L’andamento orizzontale del fabbricato a un solo piano offriva un maggior grado di sicurezza in caso di incendi improvvisi (frequenti in opifici tessili) e notevoli risparmi nei costi di gestione e manutenzione degli impianti;
- area degli uffici: in sintonia con il resto della struttura ad eccezione delle grandi finestre ad arco ribassato. Negli uffici trovavano posto i consulenti tecnici e commerciali dell’imprenditore;
- magazzino: edificio a due piani edificato tra il 1896 e il 1899, in origine era destinato alla Direzione aziendale;
La struttura del villaggio Leumann sembra pertanto strutturarsi partendo dal centro di esso, ossia la fabbrica, in prossimità di due agglomerati denominati Comprensorio Est e Comprensorio Ovest, entrambi sviluppatisi su una superficie di circa 25.00 mq. Il Comprensorio Est era accessibile da una stradina adiacente alla balera di Orbassano e dalla via principale. All’interno di questa area, l’imprenditore decise di posizionare:
- il piccolo “Albergo del Persico” (oggi occupato da locali comunali e servizi sociali) per i montatori dei macchinari che giungevano dalla Germania;
- il Convitto per le operaie (1906), che doveva accogliere le donne provenienti da paesi montani isolati, evitando quindi di dover supplire con un servizio quotidiano di trasporto eccessivamente oneroso per la famiglia imprenditoriale. Il Convitto, gestito da suore, offriva anche la sala refezione, una dispensa una cucina, servizi igienici, la Scuola della Buona Massaia (corsi di economia domestica) un servizio di lavanderia e altri servizi volti all’assistenza delle giovani operaie;
- il refettorio operaio, che offriva riparo agli operai durante la pausa di lavoro, per permettere loro di consumare pasti caldi preparati dalla cucina;
- il teatro e il cinematografo;
- la sede dello Sport Club Leumann, ossia la società sportiva del villaggio;
- i bagni pubblici (a pagamento, 10 centesimi per usufruire della doccia e 20 centesimi per il bagno);
- l’ufficio postale, attualmente ancora in funzione;
- ambulatorio medico: direttamente affacciato su Via Francia, esso permetteva di trasportare celermente all’ospedale di Rivoli i pazienti bisognosi di maggiori cure. Medici esperti giungevano una volta alla settimana per eseguire visite specialistiche, mentre un medico chirurgo e un infermiere patentato erano costantemente a disposizione della comunità;
- 46 case operaie, disposte una di fianco all’altra su ampi viali puliti e illuminati, ciascuna delle quali possedeva un proprio giardino adibito ad orto (affitto pagato dalla famiglia operaia: Lit. 4 mensili per ogni camera da 20 mq;18
- 13 edifici per le maestranze
Ne comprensorio Ovest trovavano posto:
- 15 edifici per le maestranze;
- l’asilo “Wera”, destinato ai bambini della borgata e ispirato al modello educativo froebelliano;
- la Chiesa di Santa Elisabetta, edificata e successivamente donata dalla famiglia imprenditoriale Leumann (di religione protestante) ai cattolici del villaggio;
- le scuole elementari e serali, che nel periodo di massimo splendore dell’insediamento ospitò 112 bambini;
- la Palazzina Impiegati, che ospitava due alloggi per impiegati al primo piano e un magazzino-negozio di prodotti alimentari a disposizione della collettività;
- il lavatoio pubblico, di cui usufruivano le donne del paese per il bucato.
All’interno di entrambi i comprensori, Est e Ovest, operai, impiegati e dirigenti vivevano in abitazioni che non possedevano alcun carattere di distinzione in base al ruolo in fabbrica o alla classe sociale dell’inquilino.
Esistevano però diverse strutture residenziali per quanto riguarda la strutturazione degli spazi e il livello di vivibilità all’interno di essi.