I Crespi oltre fiume, le proprietà trezzesi
Il 6 gennaio 1920 la famiglia Bassi vende a Emilio Crespi, figlio dell’on. Silvio Benigno, la villa sulla rupe di Concesa; detta allora “Nina”, vezzeggiativo con cui l’acquirente si rivolge alla moglie Maddalena Borselli. A rogare l’atto di compravendita è il notaio Mariano Colombo, in lunga amicizia con la famiglia Crespi. Il 30 luglio 1913, ancora lui controfirma la cessione del Castello di Trezzo, accordata da Daniele Crespi a vantaggio del fratello Silvio Benigno; benché questi detenga solo brevemente la proprietà. La villa di Concesa è antica casa fortificata, alta sull’Adda. Leonardo da Vinci la ritrae lungo il suo secondo soggiorno milanese. Ma ne saranno proprietari anche l’archiatra di Napoleone, Pietro Moscati; e Paolo Bassi, matematico e patriota milanese, che gli dà l’assetto attuale. Come dal belvedere della villeggiatura concesina, anche dalla vetta del Castello trezzese si scorgono le ciminiere di Crespi. Dal 1891 Cristoforo Benigno ottiene la proprietà dell’antico maniero, voluto dal Signore di Milano Bernabò Visconti al cadere del Trecento. L’acquisto non soddisfa solo il gusto antiquario dell’imprenditore ma gli consente lo sfruttamento idroelettrico quasi esclusivo dell’ansa fluviale su cui sorge il forte.
Fonti: Gabriele Medolago e Francesco Macario, Relazione storico-archivistico-stratigrafica sul Castello di Trezzo sull’Adda, febbraio 2007 (parzialmente on-line sul Portale di Storia Locale di Trezzo sull’Adda); Italo Mazza, La casa sulla ripa di Concesa, dai Pozzi da Perego ai Bassi di Milano, Trezzo sull’Adda 2007.