Il bronzo e il mattone, a Crespi d’Adda l’antico Fosso Bergamasco
Dal 1876 Cristoforo Benigno Crespi interpreta industrialmente la punta d’arnico: il cuneo boschivo disegnato alla convergenza del Brembo in Adda. Prima che insedi il villaggio, tuttavia, questa terra è di più transito che dimora. Banditi, avventurieri e soldati la attraversano a cauti passi per valicare il Fosso Bergamasco, che dalla Pace di Lodi (1454) alla venuta di Napoleone (1797) demarca il confine tra Ducato di Milano e Serenissima Repubblica di Venezia, sancito più a Nord dal fiume Adda. Parroco emerito di Crespi e storico non solo locale, don Luigi Cortesi rintraccia al villaggio operaio almeno due vestigia dell’antico confine. Sull’odierna via privata Crespi, che costeggia il canale derivatore, sopravvive infatti il basamento di rialzo per il secondo termine confinario del Fosso Bergamasco, risistemato nel 1758 in esito al Trattato di Mantova. Quell’anno viene fusa anche la campana che rintoccava in cima alla garitta di Capriate: una torretta di presidio al confine. A un secolo dalla dismissione militare, il bronzo viene issato sul campanile a vela della parrocchia crespese, perché scandisca le pacifiche ore del villaggio.
Fonti: Luigi Cortesi, Punta d’Arnico – estrema terra dell’Isola Bergamasca in «Rassegna di studi sull’Isola Brembana», anno II n. 2, 2006.