Cimitero
A chiunque lo percorra di sicuro non mancherà di fare una certa impressione il muto e declinante percorso che conduce al camposanto, metafora dello scorrere della vita che porta il ricco e il povero sotto gli stessi centimetri di terra e che rammenta l’infausto latino memento “homo, qui pulvis est et in pulvis reverteris”.
Il cimitero ha una forma planimetrica rettangolare. L’entrata si trova a metà del lato maggiore, proprio di fronte ad un maestoso monumento funebre di forma piramidale, che ricorda in una forma rivisitata in senso industriale gli ziqqurat centro americani. Nei prati centrali del camposanto, concepito in stile evidentemente anglosassone, sono ordinatamente disposti i piccoli cippi, tutti rigorosamente uguali, a perenne memoria di coloro che vennero sepolti a spese dell’azienda. Le prime file sono spesso occupate da bambini che, a quel tempo, come piccoli fiori, cadevano a terra quasi con la stessa velocità con cui sbocciavano.
A quell’epoca la morte non viveva ancora nell’anonimato di oggi e la si poteva vedere e annusare dappertutto mentre divorava anime che non avevano ancora avuto il tempo di peccare.
Sul perimetro venivano invece disposte le tombe di coloro che, per propria aspirazione personale, preferivano a proprie spese avere una tomba più importante e che rimangono oggi testimoni dei valori racchiusi negli intensi epitaffi che i sofferenti sopravissuti dedicavano al defunto, dove si infittiscono epigrafi agiografiche che, in una sorta di accanimento letterario volto a celebrarne la vita operosa, rispondono alla più importante e sentita funzione dell’arte funeraria: risarcire i sopravvissuti del dolore della perdita elaborando un’immagine nobilitata e nobilitante degli estinti.
A sovrastare tutto, immenso, maestoso, ingombrante, si innalza il mausoleo Crespi. Una piramide di cemento e ceppo dell’Adda che emerge dalla terra e abbraccia tutti coloro che hanno dato la vita per la grandezza della fabbrica. Un ipogeo di cemento armato dove si impartisce, con un rigore ascetico ed un silenzio trappista, la devozione moderna del trapasso, esponendo i visitatori a dosi omeopatiche di sublime.
La sua spiccata valenza simbolica e rappresentativa gli assegna una posizione emergente nel contesto cimiteriale, facendone un importante fulcro compositivo, in traguardo ottico con il viale di accesso al cimitero e in diretto rapporto visivo con la città.
Un edificio rigoroso e massiccio, quasi fosse espressione del dolore delle persone chiamate a visitarlo. Collocato in cima ad una scalinata, con il suo percorso ascensionale allude al conseguimento progressivo delle virtù e al messaggio edificante trasmesso dagli esempi di vite insigni, come il Foscolo aveva cantato nei Sepolcri a proposito de “l’urne de’ forti”.
Imboccato l’ingresso della cancellata in ferro battuto e lasciato alle proprie spalle il lungo viale contornato dai maestosi cipressi, punto di contatto e segno di riconciliazione tra le due città, quella dei vivi e quella dei morti, il visitatore si imbatte in un paesaggio silenzioso, uno scenario per la riflessione e per il ricordo, un luogo in cui l’architettura si lascia timidamente attraversare e incorporare alla filosofia, al simbolismo, alla scultura, alla religione e alla poesia. Un paesaggio che diviene risarcimento per lo spirito e fonte di sostegno per coloro che soffrono la perdita dei loro cari.
E proprio qui, una vicenda come quella del villaggio operaio che dovrebbe concludersi nel silenzio del camposanto, vi trova invece il clamore di altri possibili racconti, un epilogo che sembra diventare un inizio. Le voci che, anziché affievolirsi, si moltiplicano, poiché il luogo della morte è in realtà un luogo straordinariamente loquace. È la città industriale quella che parla e rappresenta le proprie virtù professionali, ricorda i successi mondani, esibisce cariche e onori e racconta l’epopea di una città che, sul crinale dell’ultimo secolo, prese il volo, salvo poi avvitarsi nel declino.
Approfondimenti:
- “Indizione del concorso per il Cimitero di Crespi d’Adda” – Eco di Bergamo
- “Esito del bando per il progetto del Cimitero” – Eco di Bergamo
- “Benedizione del Cimitero di Crespi d’Adda” – Eco di Bergamo