Casette dei capireparto
Passeggiando lungo la Via Giuseppe Mazzini, ad un certo punto del suo percorso, una volta giunti in prossimità dell’intersezione con la Via Fiume, sono le abitazioni destinate ai capireparto, villette abitate da tre nuclei familiari e, quindi, di dimensioni evidentemente maggiori rispetto agli alloggi operaie la cui tipologia costruttiva si impreziosisce di elementi architettonici rievocanti la sfarzosa epoca della Secessione Viennese.
Tutti gli edifici si distinguono decisamente per la rigorosa impostazione strutturale e distributiva e si presentano con un ingresso rialzato, diversi balconcini e ricercati elementi decorativi che, oltre ad impreziosire il sottotetto con disegni a greca, assolvono alla funzione di qualificare gli elementi costruttivi dell’edificio.
La struttura edilizia non è più semplicemente cubica ma si presenta maggiormente articolata e dinamica dove la massiccia presenza di spigoli che mitiga almeno in parte la palese severità del fabbricato.
Le abitazioni di questo tipo sono quattro, disposte tutte intorno ad un giardinetto alberato. Pur essendo basate sullo stesso disegno vennero realizzate con la medesima fisionomia architettonica in modo da presentarsi speculari l’una all’altra facendo sembrare la visione d’insieme più interessante, quasi a dare l’idea che il ruolo dei capireparto non fosse ripetitivo come l’attività operaia tout court ma nemmeno autonomo e responsabile come quella del dirigente di cui si dirà più avanti.
Asimmetriche nella pianta e nel prospetto, rivelano nel movimentato gioco di rientranze e di sporgenze, di chiari e di scuri, di materiali diversi, la loro destinazione. Il ceppo d’Adda come rivestimento esterno, ora parziale, ora totale, simula il bugnato.
Esso contrasta con la calce nuda, con le decorazioni a fresco o su maiolica, con il legno delle balconate, delle verande, delle mansarde; con il cotto dei comignoli, dei pinnacoli ornamentali, del tetto. È un alito di arte neomedievale, romantica, che ritorna con la decadenza del liberty.