Palazzotti
Gli ingombranti “palasòcc”, i tre palazzotti che si incontrano all’inizio del villaggio operaio, sulla sinistra di chi scende il declivio, furono le prime abitazioni edificate a Crespi d’Adda.
In linea generale, è comune ad altre realtà industriali che le prime realizzazioni abitative consistano nei cosiddetti casermoni dai bassi costi e ospitanti numerose famiglie.
Questo tipo di edifici residenziali fatti realizzare da Cristoforo Benigno Crespi, utilissimi in fase di avvio dell’esperienza crespese per ospitare le maestranze esterne che dovevano istruire la manodopera inesperta locale vennero abbandonate dal figlio Silvio in favore delle più adatte casette operaie.
Quest’ultimo scrisse che “il sistema di fabbricare case grandi, a più piani, capaci di contenere dieci e fino a venti famiglie: questo era un errore. Si facevano delle caserme, non delle case, in cui il pianto dei bambini, i pettegolezzi fra donne, i rumori di ogni genere interrompono continuamente la quiete necessaria al riposo, e la vita si fa quasi in comune, con grave pericolo della moralità e della pace domestica, e la troppa vicinanza delle famiglie ingenera malumori, che finiscono in diverbi e risse”.
I tre edifici che oggi sono di proprietà comunale non sono più le dimore “comode e sane” ideate dal fondatore della cittadina industriale e, a vederli oggi, non hanno più nulla a che vedere con le condizioni abitative che avrebbero dovuto “favorire l’elevazione mentale e morale degli operai”.
Poco più a sud, si innalzano due edifici simmetrici di tre piani e di base pressoché quadrata che ospitavano all’inizio del secolo scorso i convitti per gli operai e le operaie che si trattenevano per tutta la settimana. Oggi ospitano abitazioni private e una caffetteria.