Crespi d’Adda diventa Tessilia
1941
Presidente STI di obbedienza fascista, Bruno Canto ribattezza Crespi d’Adda in «Tessilia», citando il nome del bollettino aziendale divenuto poi testata ufficiale del fascio bergamasco.
La scelta è però infelice: i Crespesi continuano a dirsi tali, tenendo in venerazione il ricordo della gestione Crespi.
Quella fascista rinnova in specie il quartiere operaio. I servizi igienici vengono addossati internamente ai villini, cui si raschia all’esterno il marcapiano decorativo in cotto. Le stesse impalcature montate per l’intervento servono a ritinteggiare gli edifici, prima contraddistinti dal colore paglierino di una calce igienizzante ormai screpolata. Canto la sostituisce con le tre alternate tonalità che gli attuali villini conservano: bianco, rosso e verde la cui gradazione cita il pantone classico della produzione tessile veneta.
La tiepida adesione al fascismo di Silvio Crespi viene ora compensata da insistenti propagande per incentivare il tesseramento.