La fabbrica cade dormiente
2004
Lunedì 20 dicembre non riaprono dopo il fine settimana i cancelli dell’opificio Crespi, dove la ditta Legler aveva già chiuso il reparto di filatura nel 1998, ridimensionando poi tessitura e tintoria.
Quel dicembre le maestranze che ci lavoravano vengono ricollocate nel presidio aziendale di Ponte San Pietro, impiegati compresi.
Entro Natale, l’immensa distesa della fabbrica esordita nel 1878 cade dormiente tra le sterpaglie in attesa di un investitore coraggioso che possa reinterpretarne gli spazi.
Comprendendo profondamente gli effetti della chiusura, più storici che finanziari e più sociali che storici, il parroco don Luigi Cortesi fa rintoccare le campane a lutto per quell’attività lunga 125 anni.
L’immobilità non è nella natura di Crespi d’Adda, luogo pensato per rendere vitale il lavoro e lavorativa la vita di quanti operai ne hanno tessuto la socialità.
Solo nel novembre 2013 il gruppo d Antonio Percassi ha risolto l’acquisto dell’immobile per risvegliare tra quelle mura la gioia del lavoro e l’accoglienza dei turisti, numerosi oggi più che gli operai di un tempo.
Approfondimenti disponibili:
- Il Cotonificio Crespi – La storia e gli edifici